Il muro della memoria serve a ricordare coloro che in Italia sono morti, dopo la nascita della Repubblica Italiana, per mano dei terroristi, degli stragisti, di coloro che usavano la violenza per fare politica e delle mafie. Ne vuole preservare e far conoscere i nomi, i volti, le vite. È necessario farlo; la morte violenta, infatti, oltre a uccidere, porta via lo status di persona. Si diventa solo ed esclusivamente vittime e, come tali, facili da dimenticare, perché ormai prive della propria storia personale. Il modo del morire diventa dominante, tutto il resto sembra poco importante. Dobbiamo invece essere ben consapevoli di quello che abbiamo perduto e di quanto diversa sarebbe potuta essere la nostra storia senza tanti delitti. Per molti, famosi e non, il modo con il quale hanno vissuto è la ragione della loro uccisione. Conoscere quelle vite significa possedere un frammento in più di verità. Conoscere, poi, chi erano coloro che sono morti perché passavano nel posto sbagliato nel momento sbagliato, restituisce loro l'umanità che i loro assassini hanno voluto negargli, riducendoli a oggetti e considerandoli come semplici mezzi per creare tensione, reazione, paura.